Durante la stupenda esperienza del corso di microscopia avanzata di Genova, i ragazzi furono molto colpiti dagli strumenti che avevano visto nei laboratori dell'IST. In particolare, erano rimasti impressionati dai potenti microscopi e dalle spettacolari immagini che con essi si potevano produrre, immagini lontane anni luce da quelle che si riuscivano ad ottenere con il mio microscopio comprato su E-Bay. Questo generava frustrazione nel loro cuore, ma nel mio accese una lampadina. Qualche giorno dopo il rientro da Genova, suggerii ai ragazzi di scrivere una lettera di ringraziamento agli organizzatori del corso, chiedendo, con l'occasione, se avevano qualche microscopio professionale abbandonato e/o in disuso da regalare. L'idea si rivelò presto geniale. Da Genova, gli organizzatori risposero che purtroppo non avevano microscopi in disuso, ma avrebbero fatto di tutto per trovare una possibile soluzione che potesse soddisfare il desiderio dei ragazzi, perchè si trattava soggetti speciali, dotati di una straordinaria ed insolita passione per la scienza e, per questo, meritevoli di aiuto.
Passò qualche mese e, un bel giorno, ricevo una telefonata dal prof. Gian Paolo Tonini, il quale mi comunica che aveva convinto una prestigiosa azienda di microscopi, la Zeiss, a regalarci un microscopio professionale nuovo e che gli avrebbe fatto piacere darlo personalmente ai ragazzi in una cerimonia di consegna da tenersi a Genova. A quel punto, mi si accese un'altra lampadina. Considerato che un secondo viaggio a Genova avremmo dovuto farlo in ogni caso, perché non organizzare un evento speciale che potesse motivare i ragazzi e far passare quel regalo non come tale, bensì come premio per qualcosa di meritato? E così proposi al prof. Tonini di organizzare un esame di Istologia presso l'IST e di dare il microscopio solo se i ragazzi avessero superato la prova. Il prof. Tonini accettò e fissammo la data per il 31 maggio. Nei giorni seguenti comunicai ai ragazzi la bella notizia e li spronai a prepararsi per conquistare l'agognato premio. L'impegno che ci misero per la preparazione dell'esame fu enorme. Io mi dedicavo all'insegnamento dell'intepretazione microscopica e mia moglie dava una mano con le ripetizioni della parte teorica. Si organizzavano anche pigiam party e gare di interpretazione dei vetrini per stimolare i ragazzi a prepararsi. Alla fine eravamo pronti.
Il 30 maggio partimmo per Genova. Questa volta gli accompagnatori erano aumentati: a parte me, c'era mia moglie Lucia, Concettina Caputo e Peppino Pezzicoli (anche loro soci fondatori dell'Agorà). Dopo una giornata di viaggio in treno, cenammo e riposammo in albergo. La mattina dopo ci recammo presso l'IST. Li trovammo il prof. Tonini ad accoglierci, il quale aveva convocato, per l'esame di Istologia, il prof. Andrea Cavazzana, illustre patologo, direttore dell'unità operativa complessa di Anatomia e Istologia Patologica di Massa e Carrara. I due organizzarono la seduta dell'esame e istituirono una commissione d'esame con la partecipazione di alcuni ragazzi. L'esame durò molto, almeno 3 ore. Avevamo quasi terminato quando, proprio alla fine, io chiesi di interrogare anche Michele Caputo, il più piccolo allievo del corso che, per l'età e la statura non sembrava affatto un allievo, bensì una mascotte. Michele all'epoca aveva 8, anni, era alto meno di un metro e faceva solo la seconda elementare. Il prof. Tonini lo guardò e mi disse "... dai Tucci. è solo un bambino, cosa vuoi che sappia di istologia? ... e poi siamo tutti stanchi adesso". Io insistetti un po' e subito dopo il prof. Cavazzana, incuriosito dalla mia insistenza, diede seguito alla mia richiesta e chiamò Michele al microscopio. Mise un vetrino sul piano portaoggetti del microscopio e gli chiese di descrivere ciò vedeva. Michele era, effettivamente , davvero piccolo, tanto che non ci arrivava alla testata del microscopio e per poter osservare il vetrino dovette mettersi in punta di piedi. Ci mise solo qualche secondo ad esaminare il preparato e subito dopo iniziò la sua descrizione. Sembrava un eccellente studente universitario. La sua descrizione fu impeccabile nella forma. Cavazzana, colpito da cotanta maturità espressiva, lo scostò dal microscopio e ci mise il suo occhio per verificare se quello che stava dicendo corrispondeva a ciò che era riportato nel campo in esame. La sua sorpresa fu enorme quando constatò che Michele aveva descritto alla perfezione quel preparato (era una sezione di intestino). Incredulo, prese un altro vetrino e lo mise al microscopio dicendogli che questa volta il vetrino era difficile. A questo punto, Michele, stimolato dalla sfida, fece una cosa che ha dello straordinario. Come un provetto patologo, tolse il vetrino dal microscopio, lo mise controluce e lo osservò, esclamando "... mi sa mi sa che ho capito di cosa si tratta". Solitamente i patologi esperti ricorrono a questa manovra per farsi un'idea del distretto anatomico di provenienza del preparato da esaminare. Poi ripose il vetrino sotto all'obiettivo e con grande sicurezza lo interpretò (era una sezione di trachea). Ovviamente ci aveva preso anche questa volta.
La descrizione fatta era corretta e l'incredulità del prof. Cavazzana e del prof. Tonini, grande. A quel punto io tentai una mossa rischiosa, ma che se fosse anadata a buon fine, avrebbe sorpreso tutti. Durante la seduta dell'esame c'era un vetrino (quello del rene) che avevano sbagliato tutti, perché il rene non era tra i nostri argomenti di esame. Però io sapevo che Michele era molto bravo con l'istologia (sicuramente uno dei più bravi) e che avrebbe potuto interpretare quel preaparato istologico. Chiesi quindi al prof. Cavazzana di mettere il vetrino che tutti avevano sbagliato. Cavazzana sollevò le spalle e fece una smorfia, come per dire "adesso stai esagerando!". Però, anche questa volta, diede seguito alla mia richiesta e sottopose a Michele il terribile vetrino. Lo stupore colse tutti (me compreso) quando Michele intuì che si trattava di un rene e descrisse il preparato egregiamente.
Alla fine, tutti i ragazzi superarono l'esame. Ci furono anche due 30 (Gaetano Pezzicoli e Francesco Tucci) e un 30 e lode, dato al piccolo Michele con la seguente motivazione "...30 e lode a Michele Caputo per aver dimostrato una rara capacità di apprendimento di nozioni scientifiche complesse, pur essendo dotato di strumenti tecnico-linguistici semplici compatibili con la sua giovane età". Dopo il verdetto, tutti i ragazzi si strinsero attorno a Michele e lo presero in braccio come un eroe. La gioia era grande e divenne immensa alla consegna del microscopio che con grande cura e attenzione venne portato a casa come un trofeo. La performance di Michele fu così strabiliante che il Periodico dell'Associzione Nazionale per la lotta al Neuroblastoma pubblicò un articolo sull'esperienza dei ragazzi e mise in corpertina la foto del piccolo Michele al microscopio.