La colazione della domenica mattina ha origini antiche, tanto che non ricordo esattamente quando iniziò. Sicuramente risale all’adolescenza di mio figlio Francesco, quando, dopo la messa, era nostra abitudine andare insieme ai suoi amici a fare colazione al bar, per poi dedicarsi a un “giro filosofico” in bici o in auto. Quei momenti erano occasioni di confronto e crescita, non solo per loro, ma, sorprendentemente, anche per me. Molti dei miei pilastri intoccabili, un tempo intoccabili, vennero scardinati proprio durante quelle passeggiate filosofiche con i ragazzi.
Ben presto, la colazione della domenica si trasformò nella riunione del direttivo dell’Agorà, composto da me, mia moglie e gli allievi della prima generazione — Aldo, Antonio, Domenico, Francesco e Gaetano. Il luogo classico di questi incontri era il bar Scream di Lesina, gestito da Vincenzo Cicculli, cugino di mia moglie e persona sempre gentile e cordiale con noi.
All’inizio eravamo solo sei o sette persone a prendere parte a questo rituale, ma col tempo il numero crebbe fino a 20-25 partecipanti, tra docenti e allievi selezionati, con me, mia moglie e Angela Calà, socio fedele e appassionato, sempre presenti. Ricordo che monopolizzavamo completamente la sala dello Scream: ci riservavamo un’ampia area, allestivamo una lunga tavolata con sedie, e facevamo preparare un gran numero di cornetti di vari gusti e bevande. Vincenzo, oltre a tutto questo, abbassava il volume della TV per permetterci di parlare senza disturbi. Spesso, chi era fuori sede partecipava comunque tramite videochiamate, grazie a un notebook collegato a un microfono direzionale e a una cassa Bluetooth amplificata.
Fino a prima dell’esplosione della pandemia da COVID-19, io e mia moglie offrivamo quasi sempre la colazione, con qualche eccezione in cui Angela Calà o clienti del bar, colpiti dall’entusiasmo e dalla passione dei giovani dell’Agorà, decidevano di offrire spontaneamente, talvolta anche in anonimato.
Negli ultimi tempi, la colazione era diventata “cosmopolita”, accogliendo ragazzi provenienti da Lesina, Poggio Imperiale, Apricena, San Severo, San Paolo, Foggia e Lucera. Era davvero uno spettacolo di gioventù — quella buona, quella migliore.
Le colazioni in presenza si sono interrotte a marzo 2020 a causa del COVID-19, ma l’abitudine di incontrarci la domenica mattina è rimasta viva, trasformandosi in video-colazioni.
Durante questi incontri si discutevano temi riguardanti l’Agorà: i problemi della scuola di Scienze Biomediche, la ricerca, i progetti, le scelte professionali dei ragazzi. Si pianificavano iniziative, si rettificavano percorsi e didattica, si studiavano strategie, si festeggiavano successi e ci si rimproverava per gli insuccessi. Insomma, un vero e proprio confronto, fonte di arricchimento per tutti i partecipanti.
Molte delle idee e dei progetti che hanno segnato l’universo Agorà sono nate proprio in quel bar: la tecnica fotoemotiva, i video per il canale YouTube, la maratona scientifica nazionale ODASC, l’apertura di una seconda scuola di Scienze Biomediche a Foggia, e molto altro ancora.
La colazione della domenica è stata e rimane una fucina di idee, una piazza di incontro — un’agorà — e una preziosa fonte di ispirazione.