Il tema del libero arbitrio è da sempre uno dei più sentiti e dibattuti nella storia del pensiero umano. Per secoli, ha attraversato molteplici ambiti di riflessione - dalla religione alla filosofia, dalla letteratura al diritto - suscitando interpretazioni spesso eterogenee e talvolta contraddittorie. La questione centrale riguarda la misura in cui l’individuo può considerarsi davvero libero nelle proprie scelte e azioni, o se invece esse siano determinate da fattori esterni o interni che ne limitano o condizionano l’autonomia.
Nel corso del tempo, la discussione si è arricchita di molteplici sfumature: teologi e filosofi hanno interrogato la natura dell’anima e della volontà; giuristi hanno riflettuto sulle responsabilità morali e legali dell’agire umano; scrittori e artisti hanno esplorato la complessità interiore del personaggio umano, tra predestinazione e libertà. Nonostante ciò, il libero arbitrio resta un enigma, un confine sottile tra ciò che riteniamo possibile e ciò che invece è governato da leggi più profonde.
Negli ultimi decenni, un contributo particolarmente significativo a questa discussione è giunto dalle neuroscienze. Grazie alle tecniche avanzate di indagine - come la risonanza magnetica funzionale e altre metodologie di neuroimaging - è stato possibile osservare in tempo reale i processi cerebrali coinvolti nelle decisioni e nelle scelte umane. Queste scoperte hanno messo in luce aspetti finora invisibili, rivelando come molte delle nostre azioni inizino a livello neurologico prima che la nostra coscienza ne diventi consapevole.
Questo nuovo sguardo scientifico non ha risolto tutti i dubbi, ma ha profondamente riformulato il dibattito sul libero arbitrio, spostandolo da una dimensione puramente astratta a una più concreta e misurabile. Ora, la sfida è capire come conciliare queste evidenze neuroscientifiche con le nostre esperienze soggettive di libertà, responsabilità e scelta, aprendo nuove prospettive che intrecciano scienza, filosofia e riflessione etica.
Nell’accezione più comune, l’uomo viene considerato essere formato da due componenti: il corpo e la mente. Le conoscenze scientifiche attuali sono tali da consentirci di asserire con certezza che il corpo è un prodotto della fisica ed è governato dalle leggi della natura.
Meno semplice, invece, è comprendere cos’è la mente perché viene solitamente correlata con astrazioni metafisiche quali l’anima e lo spirito e comunemente concepita in contrapposizione dicotomica rispetto al corpo. Ma cos’è la mente?
La struttura anatomica che sottende le funzioni della mente è il cervello, costituito da particolari cellule, dette neuroni. Le neuroscienze hanno individuato non solo le aree del cervello responsabili delle varie funzioni della mente, ma anche le sostanze chimiche che queste utilizzano per scambiarsi i messaggi. Si è addirittura riusciti ad inventarne delle nuove, cioè sostanze artificiali che svolgono funzioni simili o che in qualche modo bloccano o stimolano alcune delle funzioni fisiologiche … una sorta di condizionamento pilotato della mente.
Il libero arbitrio è la possibilità di fare liberamente le scelte. Due sono gli elementi che lo caratterizzano: la presenza di alternative e la possibilità di avere il controllo sulle scelte. Gli eventi obbligati, non permettono il libero arbitrio (perché non c’è possibilità di scelta). In natura le cose si svolgono con percorso obbligato e possono essere previste dalle leggi della fisica. Ci sono condizioni, però, che, per l'eccessiva complessità, non è possibile prevedere . Sono i cosiddetti sistemi complessi. Il cervello appartiene a questa categoria: è un sistema complesso.
Come funziona la mente quando deve elaborare una scelta? Fondamentalmente, essa non fa altro che ricevere input, elaborarli e generare output. Ma se il meccanismo di funzionamento della mente è universale, da cosa dipende la diversità della mente? Gli elementi determinanti sono due: i geni e l’ambiente, dove per geni si intendono le varie componenti biologiche del nostro organismo e per ambiente, ogni qualsivoglia elemento esterno che condiziona (religione, scuola, famiglia, tutto il vissuto, le migliaia di esperienze fatte, le relazioni umane con le altre persone, ecc.).
Nell’universo ogni cosa avviene secondo le leggi della fisica; anche la mente dell’uomo è governata da queste leggi. Se la mente è gestita dalle leggi della fisica ogni sua funzione è soggetta a queste leggi, anche la volontà.
Ma se la volontà non è libera ed è soggetta alle leggi della fisica, il libero arbitrio esiste? Esempi pratici, reali e concreti presi relativi al ruolo dei geni e dell'ambiente nel determinismo delle scelte e, quindi, della volontà.
Cos’è quella cosa che chiamiamo coscienza?… quell’entità, quella vocina interna che avvertiamo e che sembra essere l’unica, vera responsabile di ogni nostra decisione, comportamento e pensiero?
Se tutto avviene secondo leggi fisiche, come può la coscienza decidere, scegliere e comportarsi liberamente e autonomamente, come sembra che faccia? La volontà è la causa delle azioni o solo la sensazione consapevole di esserne la causa?