A ricordo della notte del 1° luglio 2006, tutti gli anni (con l'eccezione, causa COVID, del 2020 e 2021), nel mese di luglio, si organizza la Notte dei Cavallari. Un gruppo di allievi selezionati di ogni classe del Corso di Scienze Biomediche, insieme ai loro docenti, al sottoscritto e ad alcuni (o tutti) storici soci fondatori dell’Agorà, trascorrono la notte sulla spiaggia di Scampamorte. Si tratta di un luogo magico, lontano dal resto del mondo e difficile da raggiungere. Il posto deve il suo nome alla Torre di Scampamorte, un antico rudere medioevale dal quale i cavallari (gli antichi guardiani della torre) scrutavano l'orizzonte a difesa della popolazione locale (in caso di attacco dei saraceni).
Di solito si arriva in spiaggia nel pomeriggio, dopo aver attraversato l'intera fascia del bosco isola (sottile fetta di macchia mediterranea che separa il lago di Lesina dal mare Adriatico). All'arrivo si ripulisce la spiaggia, si montano le tende e si raccoglie la legna per il falò della notte. Finiti i lavori, si gioca a pallone e si fa il bagno tutti insieme (al tramonto).
Dopo il bagno si accende il falò, un gigantesco fuoco di almeno 3 metri di diametro, interrato di circa un metro sotto il livello della spiaggia. Dopo esserci asciugati, si cena e dopo inizia la parte bella della nottata. Ci si siede attorno al falò e si canta, racconta, commenta, scherza. A mezzanotte c'è poi, di solito, l'escursione sotto le stelle con Gaetano Pezzicoli (uno dei primi allievi dell'Agorà) che illustra, con un potente laser, le costellazioni del cielo, raccontandone le storie mitologiche ereditate dagli antichi greci. A questo punto, quasi sempre, c'è un gioco. Una sorta di caccia al tesoro, molto elaborata, per niente semplice e, soprattutto, molto sceneggiata, con tanto di attori protagonisti (rappresentati dai docenti). Dopo la caccia al tesoro si ritorna al falò e con chitarra alla mano si trascorre la notte al suono di dolcissimi brani musicali. Pian piano, uno alla volta, sfiancati e vinti dal sonno, ci si addormenta. L'ultimo a farlo è il musicista (rappresentato, di solito, da Aldo Ummarino o Domenico Parigino). La gran parte si distende in prossimità del falò e qualcuno in tenda.
Ai primi chiarori del giorno, il sottoscritto si sveglia per un rituale d'obbligo: la colazione all'alba di Scampamorte.
In sordina, attrezzo il banco coi bicchieri, le posate e i dolci; metto quindi a riscaldare il latte sulla brace del falò. A questo punto, si sveglia anche Concettina Caputo (uno dei sei soci fondatori) che, come da tradizione, prepara il caffè con la sua mega caffettiera e mi dà una mano coi preparativi. L'intera operazione deve essere perfettamente sincronizzata, perché non appena il sole si affaccia sulla linea dell'orizzonte, si svegliano i ragazzi e tutti assieme si fa colazione. Dopo la colazione c'è la lunga passeggiata sulla riva del mare in direzione Torre Mileto. Al ritorno, di nuovo il bagno e subito dopo, la visita alla Torre di Scampamorte, con la classica foto ricordo davanti alla torre. Infine, raccogliamo le nostre cose e ritorniamo a casa.
L’atmosfera dell’evento è, a dir poco, magica e suggestiva. Solo chi l’ha vissuta può capire.