Il dipinto, realizzato a olio su tela nel marzo del 1979, durante il mio quinto anno di liceo scientifico, rappresenta il mio primo vero approccio alla tecnica dell’olio, ancora lontano da una conoscenza completa. Fino ad allora ignoravo il ruolo della trementina e dell’olio di lino, e nessuno poteva insegnarmelo. Fu un apprendistato solitario, fatto di tentativi e di molti quadri “bruciati”.
Il lavoro fu compiuto in un solo giorno, ma racchiude in sé un’intensa carica simbolica e poetica.
Al centro della scena, un vecchio morente si aggrappa con forza a un albero, come a cercare un ultimo sostegno nella fragile presenza di un tronco nodoso. La quercia, simbolo antico e fedele della natura, appare anch’essa segnata dal tempo, con rami secchi e aridi, un’amica che condivide la sua stessa sorte. Sopra di loro, un cielo di tramonto si stende, come un giorno che lentamente muore, mentre il paesaggio circostante è desolato e privo di vita.
Nel complesso, il messaggio del quadro vuole evocare la compartecipazione alla morte dell’intero universo: la fine di un uomo è anche un piccolo e silenzioso eclissarsi del cosmo. L’universo si oscura, si ritira, si fa quiete insieme a lui.
Elementi simbolici:
Il vecchio morente si aggrappa all’albero, che gli offre il sostegno di un tronco o di un ramo.
La quercia rappresenta la natura, antica e fedele compagna dell’uomo, anch’essa morente, testimoniata dai rami secchi.
Il cielo è un tramonto, simbolo del giorno che si spegne.
Il territorio circostante è arido e morto.
Il dipinto, realizzato a olio su tela nei mesi di luglio e agosto del 1979, subito dopo l’esame di maturità, rappresenta il secondo lavoro eseguito dopo l’acquisizione della tecnica a olio. Le sue dimensioni imponenti (150 x 100 cm) ne sottolineano l’ambizione e l’impegno.
A differenza di altre opere successive, questo quadro non nasconde particolari simbolismi, ma segna una tappa fondamentale nel mio percorso artistico: è stato infatti il primo dipinto la cui realizzazione si è protratta per più di un solo giorno, richiedendo circa un mese di lavoro costante e dedicato.
Con Lo studio di filosofi ho finalmente compreso come domare i colori a olio e padroneggiare le tecniche necessarie per ottenere gli effetti desiderati, che fino a quel momento erano solo un’idea nella mente, ma non ancora una realtà nelle mani.
Il dipinto, realizzato a olio su tela nell’ottobre del 1986, segna un momento cruciale del mio percorso artistico, subito dopo la laurea. È il terzo quadro eseguito dopo aver finalmente acquisito la tecnica della pittura a olio e, allo stesso tempo, l’ultimo dipinto di questa fase della mia vita artistica. Dopo una lunga pausa di quasi sette anni dal precedente lavoro, Lo Studio di filosofi, in questo quadro ho voluto concentrare l’attenzione non solo sulla padronanza tecnica, ma soprattutto sullo stile e sui significati profondi che desideravo esprimere. Il tempo di realizzazione è stato di cinque giorni intensi e riflessivi.
Gli elementi simbolici presenti nel dipinto sono molteplici e carichi di significato:
L’albero, con il suo profilo che richiama una figura umana, rappresenta Madre Natura, fonte di vita e saggezza.
Il filo spinato simboleggia la barriera invalicabile che separa il mondo reale dalla via della luce, rappresentata dalla strada azzurra che si perde verso il sole all’orizzonte.
Il mantello rosso è un chiaro riferimento a un simbolismo religioso, evocando protezione, passione e sacrificio.
Il cielo è dipinto in un tramonto struggente, attraversato da una nube scura che avvolge la città appena visibile sullo sfondo, suggerendo un’atmosfera di tensione e incertezza.
La colonna spezzata assume un valore temporale, simbolizzando il passato ormai infranto e lasciato alle spalle.
L’individuo solitario, privo di volto ma con un’espressione di tristezza percepibile, è seduto in atteggiamento riflessivo vicino all’inizio della barriera, rappresentando forse il senso di isolamento e la meditazione sulla propria condizione.
Questo dipinto, dunque, si presenta come un viaggio interiore, un dialogo tra natura, tempo, ostacoli e ricerca di luce, espresso con una forte intensità emotiva e simbolica.