Realizzare l’EndoFaster non è stato affatto semplice: il progetto richiedeva competenze in ambiti molto diversi — medicina, elettronica, informatica, chimica, idraulica. Paradossalmente, però, questa complessità tecnica, pur rappresentando una sfida costante, non fu mai il vero ostacolo allo sviluppo dell’idea.
La difficoltà maggiore era un’altra, ben più concreta: l’assenza totale di finanziamenti e di un team strutturato. Un’iniziativa simile avrebbe richiesto un budget importante per la prototipazione e la sperimentazione, oltre alla collaborazione di professionisti con competenze specifiche. Io, invece, ero da solo. E ogni passo avanti era frutto di ingegno, adattamento e tanta ostinazione.
Ricordo bene un episodio emblematico. Nella fase iniziale della sperimentazione avevo bisogno di un prototipo dell’unità di misurazione: un cilindro di vetro, alto circa 15 cm, a doppia camera, con fori praticati in punti molto precisi. Insieme al mio amico Loris, ci rivolgemmo a un’azienda bolognese specializzata in componenti per laboratorio. Presentammo lo schema e chiedemmo un preventivo: oltre 800.000 lire — l’equivalente di circa 1.000 euro attuali. Una cifra per me proibitiva. Eppure, senza quel pezzo, non si poteva andare avanti.
Tornato a Lesina, decisi di tentare un’altra strada. Ordinai su RS Components un cilindro trasparente in policarbonato e mi rivolsi a una persona del posto, Nazario Panunzio, titolare di un’azienda che produceva macchine agricole. Sapevo che possedeva un tornio e una grande esperienza nella lavorazione dei metalli. Gli mostrai i disegni tecnici, e lui, dopo un attento sguardo, disse semplicemente: "Si può fare".
Ci accordammo per lavorare insieme nei fine settimana, quando la sua officina era chiusa. Il sabato e la domenica, fianco a fianco, io con gli schemi in mano e lui al tornio, realizzammo il pezzo. In due o tre giorni, il cilindro era pronto. E il risultato superava ogni aspettativa. La precisione, la cura e l’ingegno di Nazario furono decisivi.
E non fu un episodio isolato. Per tutte le volte che, negli anni successivi, gli chiesi una mano — una modifica su una lamiera, un piccolo pezzo da rifinire — Nazario fu sempre disponibile. Non volle mai nulla in cambio. Né per il tempo, né per il lavoro. Solo la generosità disinteressata di chi capisce il valore di un’idea e sceglie di aiutarla a prendere forma.
Altrettanto significativa è la storia dei fratelli Pistoletto, Massimo e Mauro, incontrati quasi per caso online, e provenienti dalla Val di Susa. Massimo era un ingegnere elettronico, Mauro un macchinista ferroviario con formazione da perito in elettronica. Due menti brillanti, ciascuna a suo modo.
A Massimo sottoposi un problema tecnico che, fino a quel momento, sembrava insormontabile: far calcolare un logaritmo a un microcontrollore ST6, che per sua natura non è in grado di eseguire tale operazione. La soluzione che trovò fu sorprendente. Sviluppò una routine ad hoc che consentiva all’ST6 di compiere quel calcolo con notevole precisione, aggirando elegantemente i limiti dell’hardware.
Mauro, invece, fu per me una fonte preziosa di consigli di elettronica. Sempre disponibile, sempre risolutivo. Ricordo ancora con gratitudine la sua lezione sulle masse elettroniche, un tema tanto sottovalutato quanto fondamentale, che lui riuscì a spiegarmi con una chiarezza disarmante.
Entrambi offrirono il loro contributo con straordinaria generosità. Lavorarono con passione, intelligenza e una dedizione rara, senza mai chiedere nulla in cambio. Il loro aiuto fu decisivo, e la loro presenza — anche a distanza — rappresentò una delle pagine più luminose in questo lungo cammino.
Questi episodi non sono eccezioni nella lunga e accidentata gestazione dell’EndoFaster. In molte altre circostanze ho avuto bisogno di competenze, strumenti o materiali di cui non disponevo e che, spesso, non potevo permettermi. Eppure, ogni volta, sono riuscito a trovare qualcuno disposto ad aiutarmi. Le situazioni di necessità erano così frequenti che, con un po’ di ironia, avevo finito per dare un nome a quella capacità acquisita: la chiamavo l’arte dello zingariare — l’arte di chiedere con dignità, creatività e ostinazione.
Il contributo di queste persone fu così decisivo che decisi di rendere loro omaggio in modo concreto. Sul pannello frontale del dispositivo inserii l’elenco dei nomi di chi mi aveva sostenuto lungo il percorso, e li citai anche nel primo articolo scientifico pubblicato sull’EndoFaster.
Nutro una gratitudine profonda per ciascuno di loro. Non solo per il gesto in sé, ma per ciò che rappresenta: un esempio concreto di solidarietà, un valore che considero essenziale e che, oggi più che mai, credo vada riconosciuto, coltivato e trasmesso.
Persone /aziende
Brantigan Larry
Cara Francesco
Cascitelli Leonardo
Civitavecchia Elisa
Crapella Vittorio
Esposito Titti
Giovanditti Laura
Giovanditti Nicola
Giovanditti Rossella
Guidone Michele
Marchegiani Attilio
Panunzio Nazario
Pasta Alessandro
Pistoletto Mauro
Pistoletto Massimo
Poli Loris
ASF-Thomas
Linear Technology
Loctite
Nuova Elettronica
Scuola Radio Elettra
ST Microelectronics
Thermo Orion
Takeda
Primiano, Lucia, Francesco
Ruolo
dirigente azienda di Elettronica
fabbro
costruttore di infissi
infermiera
insegnante di Elettronica
esperta linguistica
mia madre
meccanico
pediatra
parrucchiere
medico
imprenditore e tecnico
studente
perito elettronico
ingegnere
medico
azienda
azienda
azienda
azienda
azienda
azienda
azienda
azienda
la mia famiglia
Contributo offerto
Ha regalato alcune schede per la sintesi vocale.
Ha modellato alcune delle lamiere zincate.
Ha effettuato la punzonatura e il taglio taglio delle lamiere zincate del cabinet.
Ha aiutato a raccogliere campioni di succo gastrico durante lo studio pilota.
Ha dato suggerimenti utili di Elettronica.
Ha dato la sua voce per i messaggi vocali in inglese registrati sulla scheda audio.
Ai suoi sacrifici devo la mia formazione in Elettronica.
Ha aiutato nel montaggio e nella modifica di alcuni elementi meccanici.
Ha dato la sua voce per i messaggi vocali in iataliano registrati sulla scheda audio.
Ha dato alcuni utili suggerimenti e i tubi dell'unità di misurazione.
Mi ha accolto nella sua endoscopia per fare lo studio pilota e quello di sperimentazione.
Ha donato diversi giorni del suo prezioso lavoro per realizzare l'unità di misurazione.
Ha regalato un motore elettrico per realizzare l'agitatore dell'unità di misurazione.
Ha dato preziosi suggerimenti di Elettronica (avendo una grande cultura in materia).
Ha inventato una routine per far fare il calcolo esponenziale al microcontrollore ST6.
È stata la prima persona a credere nelle mie capacità. A sostegno della sua convinzione si offrì di pagarmi il corso e i materiali per la programmazione dell'ST6.
Ha regalato la micropompa per il serbatoio ISA.
Ha regalato diversi componenti elettronici.
Ha regalato una particolare colla resistente sia agli acidi che alle basi forti.
Hanno dato alcuni suggerimenti utili per il software.
Gli devo l'entusiasmo e la passione per l'Elettronica.
Ha regalato diversi somponenti elettronici.
Ha regalato le prime due sonde.
Ha regalato il lettore delle sonde.
Mi hanno sempre sostenuto, incoraggiato, supportato e, soprattutto, sopportato. Hanno dovuto portare il peso maggiore dell'impresa.